VITAL SIGNS
Charlie Johnson
Gli Eroici Furori
Milano 15 al 20 settembre 2015
Some people take photos when they travel, I take a sketch book. The act of recording on paper is my preferred way of responding to a particular scene or place. Italy acted as a stimulus, providing relief from an overcrowded London art scene (“In viaggio alcuni scattano fotografie, io mi porto un album da disegno. L’atto di registrare su carta è il mio modo preferito di reagire a una scena o un luogo particolare. L’Italia ha fornito stimoli e sollievo da una scena artistica londinese soffocante”) La nuova mostra di Charlie Johnson (dal 2000 vive e lavora tra Londra e l’Italia) presenta per la prima volta a Milano una selezione di opere prodotte negli scorsi dodici anni, raccogliendo i frutti dei viaggi mentali e materici compiuti dall’artista inglese (il dipinto intitolato Window Seat, scaturito da un viaggio in Africa, ne è una metafora quasi zen). Nella collezione allestita, dal titolo rematico Vital Signs, i riferimenti e le citazioni compongono un crocevia fatto di intersezioni insospettate.
La qualità più evidente della pittura di Charlie Johnson è la coesistenza di tratti e personalità plurali a formare un’armonia distillata, malinconica e vivace. La ricerca visiva dell’artista, un sentiero scaturito da una solida formazione e approfondito lungo il nutrito iter espositivo e di insegnamento, sfocia in Vital Signs nella creazione di immagini insieme figurative e astratte. Figurazione e astrazione costruttiva si altalenano nei paesaggi australiani Burning Off e Willunga, mentre Felt Fat e Coin Sale omaggiano il wit ironico di Joseph Beuys e Marcel Duchamp, echeggiando la ricerca Dada sul linguaggio e la sperimentalità di Mimmo Rotella.
Ma i riferimenti sono abbondanti e sovrapposti. La ripetizione con variazione delle righe verticali richiama i lavori lignei di Giuseppe Penone e, nel contempo, gli stripe paintings di Bridget Riley; i contrasti di colore orizzontali omaggiano la ricerca cromatica di Helen Frankenthaler e Mark Rothko e, assieme, il minimalismo di Carl Andre. Mentre ciascuna opera trasuda il fascino per la tradizione paesaggistica europea (compresa quella novecentesca: Johnson è stato allievo del pittore figurativo inglese Peter Coker) e australiana (il modernismo tonalista di Clarice Beckett è un esplicito sottofondo).
I want to capitalise on my current re-energised run of productivity. I want to take the momentum forward with the prospect of further shows in a diversity of venues such as pop-up galleries. (“Voglio ottimizzare il flusso produttivo attuale. Voglio spingere in avanti questa mia fase nella prospettiva di future mostre in varie sedi espositive, tra cui gallerie d’arte estemporanee”.) Vitalità e malinconia si accompagnano, ricordandosi l’una dell’altra, come segnali di vita che lasciano trapelare propaggini promettenti.
Margherita Zanoletti